The Summer Games will miss the Sun
Pechino e' una citta' unica sotto molteplici aspetti.
Senz'altro non poter vedere la propria ombra o il cielo anche quando non c'e' una sola nuvola in cielo fa un certo effetto. L'inquinamento e' cosi tremendo che la gente prende vacanze solo per poter vedere il sole con i propri occhi e per poter rimuovere la mascherina antipolvere che tanti ciclisti indossano. Mi domando in che stato arriveranno al traguardo i coraggiosi maratoneti che si sfideranno presto nei giochi olimpici.
Detto cio', Pechino sembra ben organizzata per l'evento. I trasporti pubblici sono piuttosto efficienti, e sempre piu persone parlano almeno un po' di inglese. Dappertutto si vedono cartelli propagandistici e didattici, che insegnano ai pechinesi ad essere simpatici verso I turisti, a non sputare per terra e a prendersi cura della loro bella citta'.
E va detto, Pechino e' proprio bella. Abbiamo visitato dapprima la citta' proibita, una reliquia dei tempi imperiali eccezionalmente ben conservata nonostante le immense dimensioni e la mole di turisti che la inondano ogni giorno. Al suo interno, tra cortili e palazzi, si trovano esposizioni, talvolta temporanee, di ogni genere. Dalla storia degli imperatori a gallerie improvvisate di arte che sembrano piu che altro dei negozi di souvenir. Va detto che un caffe la dentro costa piu che in piazza San Marco.
Abbiamo poi visto le vie principali, dove l'oriente incontra l'occidente in un arcobaleno di negozi, ristoranti, catene e mercati. La sera ci siamo viziati con una cena a base di autentica anatra pechinese, un piatto famoso per la sua bonta' in tutto il mondo. Uno chef e' venuto al nostro tavolo per tagliare l'anatra con l'accortezza che andrebbe dedicata al miglior sushi. Secondo la tradizione, dopo il taglio, i pezzi di carne vanno riposti insieme a poche verdure e una apposita salsa dentro un pancake che viene poi arrotolato e, giustamente, divorato.
Il giorno dopo abbiamo visitato la citta' vecchia. Dopo aver usato buona parte delle nostre energie su un pedalo' nel lago Huaihai, abbiamo rinunciato a noleggiare una bicicletta ed abbiamo passeggiato tra vicoli pieni di gente e di vita come cunicoli di un formicaio. Infine la serata e' andata al tempio dei cieli, un complesso di templi e costruzioni buddiste dentro un immenso curato e pacifico parco in mezzo alla citta'. Anche grazie alla nostra generosa ospite, i giorni sono volati troppo in fretta, ed ecco che e' ora di prendere il treno alla volta di un'altra metropoli.
Beijing is a unique city in many aspects.
Firstly, not being able to see one's own shadow even when there is not a single cloud in the sky leaves quite an impression. Pollution is so bad that people go on holiday just to be able to see the sun with their own eyes and to remove the anti-dust mask that many cyclists wear.
I wonder how healthy the brave marathon athletes will be at the finish line in the coming olympic games.
Having said that, Beijing seems pretty well organised for the event. Public transport is quite efficient, and more and more people speak English. You can spot propaganda or didactic signs, teaching Beijingers to be nice to tourists, not to spit on the ground and to take care of their pretty city. And, I have to say, Beijing is really pretty. We first visited the Forbidden city, which despite the massive scale and the amount of visitors each day, is an extraordinarily well preserved relic of the imperial period. Inside, among courtyards and palaces, you can find expositions, sometimes temporary, of any kind: from the history of the emperors to improvised galeries that are more like souvenir shops. Note that having a coffee inside the Forbidden City is more expensive than in Piazza San Marco, Venice.
Then we saw the main high streets, where west meets east in a rainbow of workshops, retail outlets, restaurants and markets. In the evening we treated ourselves with a dinner based on authentic Peking Duck, a speciality famous all over the world. A chef came to our table to slice the duck with the same care reserved for the best sashimi. According to the tradition, the pieces of meat are joined to few vegetables and a special sauce, wrapped in a pancake and, of course, devoured!
The next day we visited a part of the old city. After having used a good portion of our energy on a pedalo boat in the Huaihai lake, we gave up on hiring a bike and we just walked in lanes as busy as beehive tunnels. The evening was spent at the Temple of Heaven, a complex of temples, gardens and buddhist building inside an immense, beautiful and peaceful park in the middle of the metropolis.
Also thanks to our generous host, the days went far too quickly, and it was soon time to catch the train to another big city.
Senz'altro non poter vedere la propria ombra o il cielo anche quando non c'e' una sola nuvola in cielo fa un certo effetto. L'inquinamento e' cosi tremendo che la gente prende vacanze solo per poter vedere il sole con i propri occhi e per poter rimuovere la mascherina antipolvere che tanti ciclisti indossano. Mi domando in che stato arriveranno al traguardo i coraggiosi maratoneti che si sfideranno presto nei giochi olimpici.
Detto cio', Pechino sembra ben organizzata per l'evento. I trasporti pubblici sono piuttosto efficienti, e sempre piu persone parlano almeno un po' di inglese. Dappertutto si vedono cartelli propagandistici e didattici, che insegnano ai pechinesi ad essere simpatici verso I turisti, a non sputare per terra e a prendersi cura della loro bella citta'.
E va detto, Pechino e' proprio bella. Abbiamo visitato dapprima la citta' proibita, una reliquia dei tempi imperiali eccezionalmente ben conservata nonostante le immense dimensioni e la mole di turisti che la inondano ogni giorno. Al suo interno, tra cortili e palazzi, si trovano esposizioni, talvolta temporanee, di ogni genere. Dalla storia degli imperatori a gallerie improvvisate di arte che sembrano piu che altro dei negozi di souvenir. Va detto che un caffe la dentro costa piu che in piazza San Marco.
Abbiamo poi visto le vie principali, dove l'oriente incontra l'occidente in un arcobaleno di negozi, ristoranti, catene e mercati. La sera ci siamo viziati con una cena a base di autentica anatra pechinese, un piatto famoso per la sua bonta' in tutto il mondo. Uno chef e' venuto al nostro tavolo per tagliare l'anatra con l'accortezza che andrebbe dedicata al miglior sushi. Secondo la tradizione, dopo il taglio, i pezzi di carne vanno riposti insieme a poche verdure e una apposita salsa dentro un pancake che viene poi arrotolato e, giustamente, divorato.
Il giorno dopo abbiamo visitato la citta' vecchia. Dopo aver usato buona parte delle nostre energie su un pedalo' nel lago Huaihai, abbiamo rinunciato a noleggiare una bicicletta ed abbiamo passeggiato tra vicoli pieni di gente e di vita come cunicoli di un formicaio. Infine la serata e' andata al tempio dei cieli, un complesso di templi e costruzioni buddiste dentro un immenso curato e pacifico parco in mezzo alla citta'. Anche grazie alla nostra generosa ospite, i giorni sono volati troppo in fretta, ed ecco che e' ora di prendere il treno alla volta di un'altra metropoli.
Beijing is a unique city in many aspects.
Firstly, not being able to see one's own shadow even when there is not a single cloud in the sky leaves quite an impression. Pollution is so bad that people go on holiday just to be able to see the sun with their own eyes and to remove the anti-dust mask that many cyclists wear.
I wonder how healthy the brave marathon athletes will be at the finish line in the coming olympic games.
Having said that, Beijing seems pretty well organised for the event. Public transport is quite efficient, and more and more people speak English. You can spot propaganda or didactic signs, teaching Beijingers to be nice to tourists, not to spit on the ground and to take care of their pretty city. And, I have to say, Beijing is really pretty. We first visited the Forbidden city, which despite the massive scale and the amount of visitors each day, is an extraordinarily well preserved relic of the imperial period. Inside, among courtyards and palaces, you can find expositions, sometimes temporary, of any kind: from the history of the emperors to improvised galeries that are more like souvenir shops. Note that having a coffee inside the Forbidden City is more expensive than in Piazza San Marco, Venice.
Then we saw the main high streets, where west meets east in a rainbow of workshops, retail outlets, restaurants and markets. In the evening we treated ourselves with a dinner based on authentic Peking Duck, a speciality famous all over the world. A chef came to our table to slice the duck with the same care reserved for the best sashimi. According to the tradition, the pieces of meat are joined to few vegetables and a special sauce, wrapped in a pancake and, of course, devoured!
The next day we visited a part of the old city. After having used a good portion of our energy on a pedalo boat in the Huaihai lake, we gave up on hiring a bike and we just walked in lanes as busy as beehive tunnels. The evening was spent at the Temple of Heaven, a complex of temples, gardens and buddhist building inside an immense, beautiful and peaceful park in the middle of the metropolis.
Also thanks to our generous host, the days went far too quickly, and it was soon time to catch the train to another big city.
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